The Racounters - Help Us Stranger


The Racounters - Help Us Stranger

La prima volta che ho sentito i Racounteurs era sul defunto (sigh!) QOOB. Ho pensato, “non male, ma hanno qualcosa di Jack White!”. Poi scoperto l’arcano, è nato l’amore. E il viaggio di nozze, cioè un bellissimo concerto allo Spazio 211 di Torino. Fantastici. Tutto ciò per dire che parto dalla posizione di adoratore dei The Racounters. E beh, certo, non ho mai nascosto il fanatismo per Jack White
Il che è un po’ fuorviante se devi ascoltare un nuovo album con gli occhi dell’amore ed è pure stressante perché vivi il tutto con un’agitazione interminabile (mi deluderanno? Faranno cagare?). Quindi ore 00.01 del 21 giugno, ero lì a scaricare su Amazon Music il nuovo disco. 
Dopo due giorni di ascolti in loop posso vivere sereno: il disco è bellissimo. 

Ok la smetto di fare la groupie e parlo, ci provo almeno, seriamente di quest’album. Un’attesa lunghissima per un disco che ha la follia dell’ultimo di Jack White (il fantastico) “Boarding House Reach”, tra giri impazziti e impennate, ma ha anche un certo e inevitabile amore per il rock anni settanta, per il garage e tutta quella sfera di cui White e Benson hanno sempre detto di essersi ispirati. Vedi “Sunday Driver”, il singolo, “Now that you’re gone” e soprattutto “Don’t Bother Me”.
Un equilibrio di suoni e atmosfere che sì, fanno pendere l’ago della bilancia verso le idee dell’ultima versione del tipo stralunato (cioè White), ma che non scontentano né gli amanti del rock, né quelli cui piace sentire qualcosa di nuovo. 
Certo, in un periodo storico in cui le chitarre sono nella specie protetta, il tutto suona un po’ strano e…innovativo. 
La band non ci fa mancare nulla in questi quaranta minuti, sfumature zeppeliniane, rock/blues, ballade (“Help me stranger”, “Only Child” e “Thoughts and prayer”) e pure una cover di Donovan.
Ben tornati e speriamo di vedervi in Italia presto.

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