Mura Masa - R.Y.C.


Mura Masa - R.Y.C.

“Deal wiv it” è una canzone irresistibile. Un pezzo trascinante il giusto, con quell’ostentato accento british. E quindi chissà com’è l’album, mi sono chiesto, di Mura Masa, ventitreenne musicista, produttore e autore, di cui vagamente avevo sentito cose dal suo primo album del 2017, senza particolarmente esserne impressionato (è un gusto personale, l’album ha ottenuto notevoli riscontri).
Comunque, la prima cosa che salta all’occhio è il significato dell’acronimo del titolo R.Y.C, cioè Raw Youth Collage, con quel Raw che stride con l’atmosfera del singolo “Deal wiv it”. In effetti, questo lavoro del giovane artista inglese suona spesso Raw, soprattutto nei testi. 
O per meglio dire nelle riflessioni che da uno famoso per la musica elettronica non mi sarei aspettato. Mura Masa, guarda indietro, guarda alla musica con cui è cresciuto e si lascia andare a una serie di inquiete riflessioni sulla vita da ventenne. Un ventenne britannico, per la precisone. Lascia da parte l’elettronica mediando il tutto con qualche chitarra (vedi “Today”), tornando però di tanto in tanto al vecchio amore soprattutto, con canzoni tipo “In my mind” o “Live like we’re dancing”


I sentimenti sono già chiari nella canzone che apre tutto il disco, nonché title track, che parte con un giro di chitarra. R.Y.C. esplode però con “No hope generation”, che a parte un fastidioso voce coder (presente anche in “Vicarious Living Anthem”), che sembra però bilanciare ironicamente un testo piuttosto incisivo: “Everybody do the no-hope-generation/The new hip sensation craze sweeping the nation/Gimme a bottle and a gun/And I'll show you how it's done”.

La mediocrità della vita moderna è dunque l’argomento centrale, come evidenziato anche in “Deal wiv it”I woke up, I slept and woke up again (deal wiv it)/And this life don't ever fucking change (deal wiv it)/I went to the pub and asked for a pint for three quid (deal wiv it)/He said it's a fiver, well that's gentrification, you prick (deal wiv it)”, il pezzaccio che dicevo in apertura, accompagnato da un brillante video e cantata con il rapper Slowthai, solo uno dei tanti featuring di R.Y.C.
Un disco sorprendente.

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