The S.L.P. - The S.L.P.


The S.L.P. - The S.L.P.


Meanwhile…in Leicester un tipo pettinato sempre malissimo, decide che dopo vent’anni e oltre di militanza nella band di cui è leader, è giunto il momento di fare le cose da solo. Si fa chiamare S.L.P. e cioè Serge (o meglio Sergio), Lorenzo Pizzorno e dà vita a un album che è il riassunto della sua vita artistica e non.

Apre con “Meanwhile…in Genova”, che sembra la versione moderna
della colonna sonora di un noir/poliziottesco anni settanta, partendo così dalle radici, dalla città di suo padre, alla quale è profondamente legato. Si aprono poi diversi scenari, in cui a sorpresa, la chitarra non è la protagonista assoluta. 
Momenti che rimandano ai lavori più elettronici della band (“Lockdown”, “Wu”) e sperimentazioni sempre nello stesso campo “((trance))” con sortite in quel bell’ibrido elettrorockpop, marchio di fabbrica dei Kasabian (vedi soprattutto “Soldier 008” che sembra uscita da “Velociraptor!”), che ci portano alla “pausa” di “Meanwhile…at the welcome break”

Dopo le cose non cambiano più di tanto, nel senso che si alternano stili e situazioni da “Nobody Else” che sembra uscito da un happy hour in qualche località iper affollata di turisti sulla costa spagnola. Un po’ tamarra e molto catchy ecco.
Il singolo “Favourites” con featuring di Little Simz ci riporta in pieno nello stile della band di Pizzorno, prima di “Kvung Fv” unico momento di chitarra, finger-picking di un minuto e prima di “The youngest Gary” che bilancia chitarra ed elettropop e che poi apre al “silenzio” di “Menwhile…in the silent nowhere”, una ballade riflessiva che chiude il lavoro.
Di certo quello che manca è uno stile, una linea. Ma d'altronde Pizzorno racconta la sua avventura e come nella vita non c’è un colore solo. Non poteva registrare questi brani con la band? No, come dice in un’intervista a Rolling Stone, aveva la necessità di fare le cose da solo. E ogni tanto ci sta.

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