Gwenno - Le Kov
A un certo punto BBC 6 passa una cosa in una lingua incomprensibile, che sembra gaelico o giù di lì. Scopro poi essere il Cornish, ovvero la Lingua Cornica, una lingua celtica parlata in Cornovaglia che è riuscita a sopravvivere all'oblio e rimanere sulla bocca di poche ma appassionate persone (già la Cornovaglia di suo ha una popolazione di circa mezzo milione di abitanti e pare che solo 600 persone sappiano bene il Cornish).
Chi canta è gallese, si chiama Gwenno Saunders ed è figlia di un poeta Cornish e di una attivista gallese (arresta più volte per vandalismo). Cioè, è cresciuta a pane e lingua celtica, fino a quando non è andata a fare la ballerina a Las Vegas (non pensate agli Strip Club perché lei era parte di un famoso spettacolo di danza irlandese) per poi tornare a casa e darsi alla musica.
Oltre ad essere membro delle "The Pipettes" il gruppo vintage pop di "Pull Shapes" di cui tutti si scriveva ("le tre cantanti vestite a pois, sono accompagnate da un'ottima band garage"), Gwenno si dedica a una carriera solista che la porta a esordire nel 2015 con l'album "Y Dydd Olaf", cantato in gallese.
Tre anni dopo la ritroviamo alle prese con il Cornish, non per onorare il padre (le cui parole sono il testo di una sola canzone "Amser") ma per sottolineare l'importanza culturale dell'idioma, anche contro decisioni politiche che ne hanno sminuito l'importanza e il suo background culturale.
Il risultato è un album psych pop, in cui Gwenno s'immagina che la gente possa perdersi tra le melodie visto che non capisce le parole. Praticamente quello che succede a noi in ogni album straniero di cui non abbiamo voglia di leggere e approfondire i testi.
Un disco piacevole, ben strutturato e prodotto, che si fa subito notare per la bellezza del singolo "Tir Ha Mor", che segue l'elegante inizio di "Hi a Skoellyas Liv a Dhagrow" e ci introduce in un sali e scendi di elettro pop con momenti più veloci come "Eus Keus?" e altri più intimi.
Evitate di tradurre i testi perché il Cornish è roba astrusa.
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