Willie J Healey - Twin Heavy

Willie J Healey - Twin Heavy


Tipo quelle storie da post di Facebook con metafore pugilistiche sul prendere colpi, rialzarsi e darne.
Storie dalla morale facile, ma che, ci, e mi piaccia o no, questa è la vicenda di Willie J Healey, cantautore ex boxeur (da qui la metafora sui cazzotti) che nel 2017 esordisce con un album prodotto dalla Columbia, apprezzato dalla critica e dal pubblico. La Columbia non continua con la collaborazione e Healey naturalmente non la prende benissimo. Ma incassato il colpo (altra metafora pugilistica) Healey riparte, pensa che la Columbia abbia fatto un errore e anche con ironia che abbiano perso il nuovo McCartney e promette ”vendetta”. Mette a segno il colpo (...) quest’anno, con una piccola etichetta la “Yala!” e con un disco intitolato “Twin Heavy”
Un lavoro in cui emerge tutta la passione di questo giovane autore per il pop di un tempo, per i Beatles ma soprattutto per Paul McCartney e George Harrison e dal punto di vista cantautorale/rock per Neil Young, senza dimenticare lievi riferimenti a Iggy Pop, ma proprio lievi, e un po’ di psichedelia. 
Un disco fresco, estivo, divertente ma assolutamente non banale,
perché questo è un lavoro ben studiato, pensato e realizzato, in cui Healey mette in evidenza il suo stile con testi a volte ironici (da vedere anche i video) e suoni avvolgenti.

Apertura lanciata e solare con “Fashun”, “Open up your eyes\Let the sun climb through your window”, che poi, mi viene da pensare, che risponda ironicamente alla Columbia alle promesse di diventare una grande star con un ritornello che dice “Cause you’re gonna be a big star, honey\A real household name”, seguita poi dal più rockeggiante altro singolo “True Stereo”.
Il mondo di questo giovane artista di Oxford si snoda poi nelle già citate ispirazioni che si alternano nelle varie canzoni, dal pop di marca 70’s di “Big Nothing”, al title track che deve molto ai due ex Beatles, per passare poi a momenti più rock con “Heavy Traffic” e a “Song for Joanna” e al lento psycholettropop di “Condo” che sembra finita per caso in questo disco. 
La chiusura invece è la lenta psicheledica “Caroline Needs”, che ci accomiata da Willie J Healey, dopo un viaggio delicato e molto, molto, interessante. Non tira pugni, ma fa passare in maniera spensierata un po’ di tempo.

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