Willie Peyote - iodegradabile


Willie Peyote -Iodegradabile

La prima cosa che bisogna dire sul nuovo disco del “rapper” che somiglia a Toninelli (come dice lui stesso) è che cerca rinnovarsi. Il che è già di per se un segno molto positivo. “Sono più rap o più indie, cazzone?” chiedeva nel suo precedente disco e, da cazzone quale sono, credo sia una domanda che vale anche per “Iodegrabile”, che è meno indie o per meglio dire meno contaminato da altre generi, rispetto al passato e più aperto a basi ed elettronica (ma le chitarre spuntano di tanto in tanto).
Il resto però non cambia. Cioè non manca il suo acume, la sua sottile e corrosiva ironia
(vedi gli ottimi “Mostro” e “Mango” su tutti) la sua bravura nel scegliere le parole. Non manca nemmeno un preciso messaggio, che in questo caso punta a “Il tempo e il rapporto dell’uomo con esso” e cerca di rispondere alla domanda “Sapessimo il tempo che resta, sapremmo davvero usarlo meglio?” e che viene ben rappresentato dalla copertina (un po’ inquietante). 
Dodici tracce, delle quali due skit, che parlano della politica, del materialismo e arrivano fino al nostro io più intimo (“Quando nessuno ti vede”, “Miseri” e “Cattività”).

Willie Peyote come sempre non fa sconti e non fa prigionieri. Un disco interessante che segna l’evoluzione di un artista tra i più interessanti e complessi nel panorama italiano. 
Certo, devo ammetterlo, a gusto personale rimpiango lo stile dei precedenti album ma Willie Peyote qui dimostra di sapere usare bene il tempo a disposizione.

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