Iggy Pop - Free


Iggy Pop - Free


Quanto sarebbe stato facile fare un disco sulla stessa linea di “Post Pop Depression”? Un seguito che sarebbe stato amatissimo da tutti noi. E quanto sarebbe stato ancor più facile starsene a Miam
i “Un buon posto per quelli che hanno più di cinquant’anni” dice a Lauren Laverne, registrare le puntate del suo show radiofonico, godersi i diritti e magari ogni tanto mostrarsi in giro per l’icona che è? Sarebbe stato tutto molto facile. E lo devo dire, penso che io avrei scelto la seconda ipotesi, stare a Miami a godermi i soldi e la luce riflessa. Ah…certo, avrei collaborato con Anna Calvi e penso che i due lo faranno davvero molto presto (se vi siete persi una puntata, Anna Calvi ha detto che le piacerebbe collaborare con Iggy, che ha risposto di stimare tantissimo la cantante).

Invece Iggy Pop non solo a sorpresa annuncia un nuovo disco e dico a sorpresa perché per tutti “Post Pop Depression” era il testamento di una carriera, ma fa anche un disco completamente diverso dal precedente, un disco dalle atmosfere elaborate e poco popolari. Se “Préliminaires” e poi “Après” ci avevano introdotto un’altra faccia del rocker a torso nudo, “Free” incornicia questo suo aspetto e soprattutto, lo sottolineo nuovamente, ci mostra un uomo che a settantadue anni ha ancora voglia di fare cose nuove. Un uomo che…come dice il titolo, si è liberato dagli schemi e dalle cose che ci si aspetterebbe da lui. E dalle ansie.

Dice che ha lasciato che gli altri parlassero di lui, cioè ha prestato la sua voce a testi e sonorità altrui. Che sia vero o no, non lo sappiamo ma quello che sappiamo è che ha scelto con cura i suoi collaboratori. Leron Thomas, compositore, produttore, autore e trombettista che ci accompagna, oltre a scrivere alcuni testi, spesso con la sua vellutata e incisiva tromba e Sarah Lipstate, filmaker, musicista, chitarrista nota come Noveller, suo progetto solista, senza contare la presenza di altri artisti, tra i quali Faith Vern che compare nel singolo “James Bond”.

L’iguana e i suoi compagni di viaggio, incontrati durante le varie puntate di “Iggy Confidential” ci portano in un viaggio che sa di film noir, di nebbia, di pioggia e soprattutto di notte, come la title track tromba/voce e atmosfera rarefatta, riassume alla perfezione. 

La scia del jazz e di un rock cantautorale, sono il DNA di “Free” anche quanto i toni si fanno un po’ più accesi come in “Love Missing”, nell’ipnotico singolo “James Bond” o nel sincopato “Sonali”. La tromba di Thomas è la compagna ideale che non abbandona quasi mai un Iggy che canta da crooner e a volte recita. Noveller invece compone il resto dello scenario completando un affascinante quadro.
Un disco libero, che ha il peggior difetto nella durata: solo trenta minuti.
E Iggy ancora una volta ce l’ha fatta, l’ha spuntata su tutto e si è liberato. Chissà noi a settantadue anni se avremo ancora voglia di metterci in gioco. 

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