Da Maison Musique al Circolo della Musica

Da Maison Musique al Circolo della Musica



La “Maison Musique” era poco distante dalla sede di un corso di teatro che frequentavo all’epoca (cioè tra il 2003 e 2006). E nel “pub” della “Maison” cercavo, dopo il corso, di convincere le mie compagne che, non solo ero un bravo attore, ma anche una fantastica persona con cui uscire, con risultati scarsissimi. Sotto entrambi gli aspetti. 
Ma alla “Maison Musique” mi sono fatto tante risate, pensando a un’insegnante in minigonna che si rotolava sul palco, a un altro maestro che una volta cacciò una ragazzina a suon di bestemmie e insulti (per colpa di una dizione errata) e a ricordare vari compagni che si riscrivevano ogni anno al primo anno, per cercare qualcuna che gliela desse.
Sì, insomma, lì dentro ho passato dei bei momenti a bere birra, dire cazzate e godermi il posto. Il posto. Che posto! Un affascinante complesso di cinque edifici, grande, più o meno 5000 mq. Edificato nel 1907 quando il Comune di Rivoli commissiona all’Ing.Eugenio Mollino la costruzione del macello, frigorifero e fabbrica del ghiaccio. 
L’attività termina nel 1991, causa norme europee e nel 2003, dopo vari restauri torna alla comunità come centro culturale. Dal 2004, l’attività entra nel vivo e a capo di tutto c’è Franco Lucà, fondatore e presidente del “Folk Club” e del “Centro Regionale Etnografico Linguistico”. Uno stimato personaggio che punta a diffondere la cultura musicale, italiana e non.
 
La “Maison Musique”, però, non si ferma al pub dove mi sedevo con gli amici dopo il corso e nemmeno a un’ovvia sala concerti, che si chiama Auditorium ed occupa l’ex cortile del macello. Perché alla “MM” ci sono tante altre cose. C’è la “Liuteria” che mette in mostra gli strumenti collezionati da Lucà, c’è un posto dove acquistare CD Rari, una bottega di prodotti naturali, una foresteria e un ristorante (un po’ costoso a dire il vero).
E soprattutto c’è il “Musicarium”, in cui ho cercato, sempre inutilmente, di trasmettere il mio magnetismo a qualche compagna di corso, mentre sdraiati al buio per venticinque minuti, assistevamo a una mostra interattiva a tema strumenti e suoni dal mondo. 

Poi, Franco Lucà, nel 2008 muore. E negli anni successivi la “Maison Musique”, con Paolo Lucà e Davide Valfrè, porta orgogliosamente avanti il progetto, nonostante costi di manutenzione altissimi e un affitto di 13.000 euro. Ma sapete, il “Folk Club” non ha santi in paradiso e la Regione taglia anno dopo anno i fondi. Così il 30 giugno 2014 la convenzione con il comune scade. Le trattative sono difficili, si alimentano polemiche e a fine dello stesso anno, la Maison chiude diventando luogo estemporaneo di concerti. 

Ma perdere un posto così bello e interessante, non piace nemmeno alla Regione, che cerca un nuovo gestore. Alla fine arriva un’altra stimatissima istituzione torinese, cioè, “Il Circolo dei Lettori” che dopo le inevitabili e lunghe opere di manutenzione e ricerca di collaboratori annuncia nella scorsa estate di essere prossima all’apertura. 

Nel giugno dello scorso anno, me ne esco con un’affermazione
“Ha riaperto la Maison!”
“Ma che cazzo dici?” è la risposta del mio interlocutore, che con me passava le serate nel 2005.
Ha ragione, in effetti, la riapertura è nell’aria, ma non ancora effettiva. Alla fine dello scorso anno, scopro che è tutto vero, che quel posto è diventato il “Circolo della Musica” e che soprattutto ha un cartellone pazzesco e il cui direttore artistico è Gianluca Gozzi già curatore di “Todays”. Un’offerta che mischia musica e letteratura in un’ottica molto più affascinante dei soliti obbligati proclami politici e che vanta nome illustri, sempre un po’ di nicchia, ma di più largo spettro. 

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