Stefania Orlando - Su e giù

Stefania Orlando - Su e giù

Ve lo giuro. Davvero. Cercavo “Su e giù” di Ghemon e Spotify mi mette sotto il naso, l’omonimo album di Stefania Orlando
Ignoravo che la conduttrice romana avesse intrapreso anche una carriera musicale, ricordavo di più il gossip e qualche interessante paparazzata negli anni novanta. Ma non è questo il punto. 
Il punto è che mi sono perso una perla di ineguagliabile bruttezza, uscita ben dieci anni fa e di cui nessuno sta celebrando il decennale. Niente articoli su “Rolling Stone”, niente reissue deluxe. Ma perché? Non è corretto ignorare un disco che si apre con la title track che subito spara “L’amore mette sete/lo trovi dentro ai bar” e il cui ritornello dice “bello l’amore che va su, che va su, che va su” (tra le nuvole, che avete
pensato?), “bello l’amore che va giù, che va giù, che va giù” (nell’anima, di nuovo, voi a pensar male eh?). 
Una canzone vagamente latineggiante su una base plastificata, che gioca con un po’ di doppi sensi. Ma la malizia, si dice, è negli occhi di chi la vede. In questo caso nei miei.

I doppi sensi, sono il fil rouge che unisce queste otto canzoni. Doppi sensi che partono dal nome dell’etichetta che pubblica il tutto, cioè la “Nar International”, che evoca un bel po’ di sinistri ricordi.
Ma “Su e giù” non è solo questo, come ci dimostra la seconda canzone. Un brano che dovrebbe essere una struggente canzone d’amore, su una storia finita ma mai dimenticata. E, in effetti, “Novella 2000” alla mano, ritroviamo anche Andrea Roncato impegnato in un duetto con l’ex amata. Va da se che lui non è un crooner e lei non è la Streisand.

Che aspettarsi dunque da qui in poi? Doppi sensi o canzoni d’amore? O doppi sensi in canzoni d’amore latineggianti? O un gran minestrone con un po’ di tutto? L’ultima direi, ma con una formula quasi precisa. Un pezzo danzereccio e uno d’amore. S’inizia con “Sotto la luna” in cui apprendiamo che “sotto la luna/la cera si consuma” mentre la base latineggiante ondeggia con velleità di riempire le piste delle sagre paesane. 
Segue “Arrivi giovedì” altro lento, pianoforte/batteria, su una storia d’amore un po’ tormentata e qui, va detto, che Stefania Orlando non è nemmeno male. Peccato che questo suo colpo d’orgoglio sia vanificato dalla quinta canzone che ambisce nuovamente a essere un tormentone. S’intitola “Balla” e guarda da lontano anche un po’ il reggae (molto da lontano).

Il colpo di genio di tutto questo lavoro, sono le ultime tre canzoni. La prima è nientemeno che la cover di “E’ l’uomo per me” di Mina. Puoi essere così folle da seguire la scia di una delle più belle voci mai esistite, mettendoci sotto una base da karaoke? Evidentemente sì. E non basta, perché “L’Aria dell’estate” cerca la via del soul “l’aria dell’estate ci fa venire sete/però io adesso ho solo sete di te” (io credo parli di pompini ma, ripeto, sono malizioso). Chiude “Bajo La luna”, versione spagnola di “Sotto la luna”, perché si sa che se vuoi sfondare nella musica devi conquistare il pubblico spagnoleggiante e se vuoi fare un tormentone, devi farlo in spagnolo.

“Su e giù” è un lavoro che avrebbe tanta voglia di emergere e di stare in radio e nelle playlist. O se non altro di scopare. Sono obiettivi onorevoli, ma un tantino presuntuosi, per un disco inascoltabile.
Stefania Orlando comunque ha continuato la sua carriera musicale, senza pubblicare altri album ma sfornando qualche singolo come il pregevole “Legami al letto”, “legami al letto/senza rispetto/sogno la scena/sei la mia catena” in cui sembra si butti nell’elettronica. Sembra eh…




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