B-Nario - B-Nario


B-Nario 
"B-Nario"


Non lo faccio apposta, ma in quasi tutti i dischi di merda che mi vengono in mente, c’è dietro la mano di Claudio Cecchetto. Beh, possiamo dire che il buon Claudio di danni ne ha fatti parecchi, tanti quanti i soldi che ha tirato su. 
Uno dei casi più interessanti è senza dubbio quello dei “B-Nario” che, va detto subito, esistono ancora oggi, anche se dal 2016 non pubblicano più nulla. Da non credere, se li avete ascoltati.

Duo rap (o qualcosa del genere) composto da Massimo Zoara e Luca
Abbrescia, nato nel 1992 e accalappiato da Cecchetto che li fa esordire nel 1994, forte del fatto, come ebbe a dire, che “nessuno voleva i B-Nario e li ho presi io, che male c’è?” (o qualcosa del genere).

Il disco del 1994 s’intitola semplicemente “B-Nario”, come il semplice nome del gruppo, che sempre semplicemente cerca di proporre un rap romantico/scanzonato/commerciale (o qualcosa del genere) con un flow peggiore di quello di Jovanotti. Ed è tutto dire.

“B-Nario” ha giusto due momenti interessanti. E poi il nulla. Il primo è “Stanotte”, una canzone dal lungo intro musicale, anche carino, rovinato dal cantato simil ubriaco e dalle parole iper-zuccherose.
(Chissà se stai dormendo, se mi stai pensando/se quello che cercavi in me già te lo sta dando/altri più simpatici magari più brillanti/ belli, eleganti, con voglie più decenti). Pure porcellone solitario il nostro.
Dopo “Blu”, arriva il pezzo che tutti ricordiamo: “Battisti”. Un vero tormentone dell’epoca, un omaggio divertito al sommo Lucio che ancora oggi la gente ritiene essere uno sberleffo. Il pezzo è orecchiabile, ha anche qualche felice intuizione ma…i B-Nario sono inascoltabili.
Il resto è piuttosto superfluo, ci provano a fare una critica sociale (o qualcosa del genere) con “Chiamalo Sfogo”, (A un tipo così assurdo cosa vuoi che gli spiego/lo sai di quelli come te da sempre me ne frego/mi rubano l'ossigeno, mi stringono alla gola/li farei fuori tutti in una volta sola/Yuppy, rappante, magari deejay/esperto sempre in qualche cosa, chi cazzo sei) e si ributtano sui sentimenti con “Tra me e Te”, dove lasciano il rap per il cantato con qualche giro di chitarra.

La chiusura è con una doppietta “interessante”, “James Brown” improbabile omaggio al Re del Funk e “Voglio fare il DJ” più una minaccia per noi che un sogno per loro. Quest’ultimo pezzo fu scelto come sigla per la trasmissione “Talk Radio”.

A una persona normale, dopo aver ascoltato un disco del genere viene automatico pensare che questi siano stati allontanati da ogni casa discografica e/o sala di registrazione. Ma il mondo è strano. E Cecchetto molto potente. 
I “B-Nario” tornano nel 1996 con “La musica che piace a noi” cui collaborano Saturnino, Max Pezzali, Paola e Chiara e Demo Morselli e nel 1997 aprono la data milanese di Micheal Jackson. Sì davvero. Ve lo giuro. Gente che, giusto, giusto, poteva aprire i cancelli.

Ma non finisce qui perché il terzo disco “S-Cambio” del 1998 vanta la collaborazione di Vasco Rossi ed Eros Ramazzotti del quale aprono il concerto del Tour Europeo.
Abbrescia lascia il progetto, Zoara continua, fa uscire pure un Greatest Hits e se pensate che vi stia prendendo in giro, fate un salto sul loro sito, oppure aspettate i nostri aggiornamenti, perché di loro ne riparleremo. 


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