The Zen Circus @Teatro Concordia 20.04.2018

The Zen Circus @Teatro Concordia 20.04.2018


"Il cielo in una stanza" apre il concerto, scivola via in una distorsione e in un (effetto) fuoco. Salgono gli Zen Circus e si parte con "Catene". Il messaggio di questo inizio è lo stesso del disco, riflessioni e passato. Quindi permettetemi di rivangare il passato.

Innanzitutto sono come per il 90% delle volte da solo a un concerto. Non so quanti concerti ho visto nella mia vita e solo una ventina di volte ero con qualcuno. Se a vent'anni non mi pesava (anzi, quei i miei compagni delle superiori ascoltavano cazzate), ora un pochettino sì. 
Sapete gli anziani? Nessuno con cui parlare di malattie e tempo atmosferico (fa caldo). In seguito c'è stato un periodo in cui uscivo con una ragazza che aveva i miei stessi gusti musicali, andavamo ai concerti insieme. Era il momento d'oro dell'indie rock e dei concerti gratuiti. L'idea lì per lì era anche bella, poi devo dire che ha iniziato ad annoiarmi, perché non c'era niente di nuovo da scoprire. 

Poi avevo un amico, con il quale ho visto qualche bel concerto, un giorno però, s
i sposa, non mi invita al matrimonio mi toglie amicizia su Facebook (l'onta degli anni dieci) e non ci sentiamo più. Non ho mai capito perché.

Quindi sì, ieri tanti bei amici, tante belle coppie, ma alla fine anche sticazzi. Ora c'è lo smartphone e l'ora e mezza di attesa passa veloce. Ora e mezza sì. Non perché voglia prendere posto sotto il palco, ma perché ho sbagliato a leggere l'orario di inizio. Arrivo e trovo posto a 100 metri dal teatro. Penso che o il concerto è saltato o che gli Zen a Torino non se li fila nessuno. 

La mia coglionaggine, come già scritto sulla pagina, è premiata dall'incontro con Ufo, con il quale faccio un selfie. Sembro una cazzo di groupie, non ho mai fatto foto con nessuno e non so perché lo chiedo proprio a lui, che peraltro deve andare a fumare. Gentilissimo, si presta.
Infine, mi sono perso il momento in cui i concerti rock iniziano puntuali o con quindici minuti massimo di ritardo. Ma cavolo, ai tempi d'oro c'erano attese infinite, che toccavano tranquillamente l'ora. Ora sono tutti precisi.

Bene, torniamo al Teatro della Concordia, che ospita un pubblico numeroso ma non così tanto come mi sarei aspettato che per di più, dicono gli Zen,  pare moderato.
Dopo "Catene" inizia una scaletta di venti canzoni che pescano in tutto il repertorio della band. Dai brani più vecchi  come "Figlio di puttana", "L'Egoista", senza dimenticare i "classici" come "Canzone di Natale", per arrivare naturalmente all'ultimo disco. La cosa bella è che per quanto siano cambiati i toni, le sonorità, gli Zen Circus riescono a tenere tutto unito, perfettamente amalgamato. La chiusura dopo un "encore" piuttosto intimo con "L'anima non conta", "Questa non è una canzone" e "Caro Luca" tocca all'esplosiva e richiestissima "Viva" e miglior finale non poteva esserci, Una gran bella scaletta.

Sul palco i quattro coadiuvati da un tastierista, sono scatenati come sempre. Un marchio di fabbrica che non ci fa mancare le battute di Ufo, lo spazio di Karim e che ha come unico neo, l'assolo del Maestro che per qualche ragione ha lasciato molto a desiderare. Beh, capita. 

Per quanto non ami particolarmente i gruppi che si muovono eccessivamente sul palco (mi ricordano le band hair metal) il tutto ha un suo perché, lo spettacolo funziona, il pubblico sembra gradire, forse non si strappa i capelli, ma non esce nemmeno insoddisfatto. Come potrebbe?


Catene
Canzone contro la natura
La terza guerra mondiale
Vent'anni
Non voglio ballare
Il fuoco in una stanza
Andate tutti affanculo
Low cost
Ilenia
Sono umano
Il mondo come lo vorrei
L'egoista
La stagione
Pisa merda
I qualunquisti
La teoria delle stringhe
Ragazzo eroe
Figlio di puttana
Canzone di Natale
Nati per subire
Encore:
L'anima non conta
Questa non è una canzone
Caro Luca
Viva


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