Nikki - Rock Normale

Nikki - Rock Normale



“Tropical Pizza” è un bel programma radiofonico, ha una buona programmazione e sta sempre sul pezzo. Nikki parla molto bene l’inglese, è informato. Lo ascolto pochissimo devo dire, perché per gusto personale preferisco altre radio, ma se sono in auto e ci capito sopra, lo ascolto senza problemi. Però…c’è un però. Ogni volta che sento il nome di Nikki, non posso fare a meno di pensare quello che lui ha fatto alla musica nel 1994.

È giusto ricordare innanzitutto che in quell'anno escono “Grace” di Jeff Buckley, “Ill Comunication” dei Beastie Boys, “Superunknow” dei Soundgarden, “Dookie” dei Green Day, “Parklife” dei Blur, “Definitely Maybe” degli Oasis, “Smash” degli Offspring, l’omonimo dei Korn, “Mellow Gold” di Beck e tanto altro ancora. Tutto in un anno. 
Ehi, quanto sono stato fortunato di essere cresciuto negli anni novanta! L’Italia rispondeva egregiamente con l’esordio dei Negrita, “Mantra” dei Ritmo Tribale, “Ko De Mondo” dei CSI, ”Catartica” dei Marlene Kuntz, “Riportando tutto a casa” dei Modena City Ramblers, “Camera a sud” di Capossela, “Bass Paradis” dei Mau Mau. Ed è pure l’anno della morte di Kurt Kobain

Mi sono un po’ distratto dal tema centrale di questo post, ma era per sottolineare che far uscire un disco in quell'anno non era una cosa facile. Nonostante ciò la banda Cecchetto ci prova con “Rock Normale” di Nikki, che udite, udite è un disco “hair metal”. Già, quella roba in stile “Poison” e “Scorpion”, powerballade, chitarroni, capelli vaporosi, spazzata via senza rimpianti dal grunge, in primis.
Forse ci provano con il glam metal perché vista la dipartita di Cobain, magari, c’era una vaga speranza di far tornare tutto lo stucchevole circo del genere. 
Beh, scherzo naturalmente, il diabolico Cecchetto non può avere avuto una pensata così stupida, piuttosto voleva puntare alle giovanissime e giovanissimi che non disdegnavano un suono più “duro” o magari tirare fuori un’altra macchina da soldi oltre agli 883 e a Jovanotti, con un suono un po’ diverso.

Nikki che già lavorava per Radio Dee Jay da diversi anni era anche il belloccio della situazione, con la chioma fluente e un’ottima parlantina. Un ottimo prospetto per il quale si scomodano i fedelissimi del giro Cecchetto: Michele Centonze, Marco Guarnerio, Jovanotti e pure Repetto e Pezzali. Al resto ci pensa Nikki che scrive e compone.





L’avvio è subito “promettente”, con la “title track” lanciatissima che ci dice “questo è rock normale/una musica animale”, “Esagerati, siamo drogati/di musica di rock e di blues/Esasperati super arrabbiati/di musica di rock e di blues” e poi ci parla pure di tette. Così per gradire. Scrivono Jovanotti e Centonze. Sempre per gradire.
Poi la sagra dei chitarroni e dei testi ribelli/romantici (prima powerballade con “Fammi quello che vuoi”) con il nostro che parla della sua quotidianità, dell’amore, di amicizia e speranze. E di ribellione. Molta ribellione, così tanta che Jello Biafra è un bambino capriccioso, che si sarebbe cagato addosso ascoltando un brano come “Tagliati i capelli”, il cui titolo dice tutto.


Il capolavoro assoluto però arriva alla fine con “L’ultimo bicchiere” scritta da Repetto e musicata da Pezzali, un’altra powerballade che diventa un tormentone per la trasmissione radiofonica di Elio e Le Storie Tese “Cordialmente pista di lancio” che la cita senza pietà e non a torto. Perché parole come “L'ultimo bicchiere e me ne andrò/che non se ne può più/di tutte queste storie finte/che si basano sui film” pietre miliari... scagliate contro la musica.

Con il suo carico di riff plastificati “Rock Normale” si chiude qui, confermando i suoi intenti di essere la versione “dura” del pop degli 883 e del rap di Jovanotti. Un disco terribile, che va al “Festivalbar” e vince anche “Un disco per l’estate” (vabbè sai che sforzo…con Cecchetto alle spalle) al quale va riconosciuta però l’assoluta originalità di genere considerando i tempi. 

Incredibilmente amatissimo, stando ai commenti sui social e su vari siti, è anche il primo e ultimo lavoro solista di Nikki, che poi si da ska (ancora più incredibile ma vero) nel 1995 con “Prima o poi” e al blues con “Gira” nel 1996. Poi qualcuno lo ferma.
Inizia a suonare per Jovanotti, continua a fare il DJ e nel 2006 entra a far parte del progetto “Rezophonic”. Una crescita interessante e soprattutto impensabile ai tempi di questo disco di merda.



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